Bologna, 5 febbraio 2025 – Una notizia destabilizzante, che dà una spallata a tutte quelle che siamo così comodamente abituati a classificare come certezze.
Che purtroppo questa notizia di cronaca da Perugia derubrica ufficialmente a semplici regole che, come tali, sono soggette ad eccezioni.
Tipo quella della non macellabilità dei cavalli Non Dpa, ad esempio.
Nello specifico a Perugia i Nas hanno smantellato una (presunta) associazione a delinquere. Che, secondo gli investigatori, avviava illecitamente “anche con modalità fraudolente cavalli non destinati alla produzione alimentare verso la macellazione clandestina”.
I militi hanno accertato “…anche l’immissione sul mercato per il consumo umano di animali sottoposti in vita a trattamenti farmacologici non accertabili oltre che incompatibili con la finalità alimentare”, si sottolinea nella nota firmata dal procuratore del capoluogo umbro Raffaele Cantone.
«Il tutto con conseguente grave pericolo per la salute pubblica nonché sottoponendo gli animali interessati a trattamenti crudeli che ne comportavano come esito la morte».
“Dagli accertamenti è emerso che l’organizzazione, una volta acquisiti anche gratuitamente gli animali dai proprietari (ai quali veniva taciuta la finalità della macellazione) provvedeva ad inviarli in Puglia verso i macelli clandestini. Lì si perdevano definitivamente le tracce dell’animale. Ciò avveniva mediante registrazioni di spostamenti fittizi nella Banca dati nazionale degli equini dalla quale venivano eliminati”. Come, direte voi? Ma “giovandosi illecitamente di un escamotage nel sistema informatico che consentiva l’eliminazione dei capi senza doverne indicare la sorte (impiego del cosiddetto «codice Z»)”.
Questa ultima attività è risultato che veniva compiuta mediante la collaborazione compiacente di allevatori anche umbri, nonché di un funzionario autorizzato alle registrazioni in Banca dati.
E già questo sarebbe gravissimo, oltre che desolante.
Ma come se non bastasse, “…dalle indagini è emerso come vari animali, già malati o feriti, erano stati in qualche occasione stipati in sovrannumero sui mezzi di trasporto giungendo a destinazione già morti. Tali condotte sono risultate essere state poste in essere nell’ambito di un’attività imprenditoriale che, sopprimendo animali oramai improduttivi, sfruttava tale stato di cose per generare redditi illeciti. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento cautelare i militari hanno rinvenuto copiosa documentazione riportante le movimentazioni degli animali, appunti manoscritti con riferimento alle somme incassate e passaporti dei cavalli”.
E quella frase, ‘animali ormai improduttivi’ è molto chiara: non si trattava di cavalli DPA, allevati per carne, quindi sempre produttivi ai fini della macellazione.
Nel caso non bastasse: “…è stato inoltre sequestrato un locale adibito alla macellazione abusiva degli animali nonché un autocarro contenente scarti di macellazione”.
Quattro indagati dopo questa operazione sono gli arresti domiciliari (una delle quali non ancora eseguita). Altri due hanno l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (uno rimasto non eseguito) e per il resto il divieto di esercitare l’attività lavorativa.
All’operazione in fase esecutiva hanno collaborato Carabinieri dei Nas di Bari, Torino e Alessandria, nonché militari dei comandi provinciali di Perugia, Barletta-Andria-Trani, Novara e Cuneo.
Fonte della notizia: Ansa
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